L’antica strada deve il suo nome 
  all’ex-ospedale di Santa Maria della Scala, fondato nel 1313, all’angolo 
  con l’attuale via degli Orti Oricellari, da Cione di Lapo Pollini, un mercante 
  di legname arrivato a diventare console dell’Arte della Lana.
  La struttura venne così chiamata perchè era alle dipendenze dell’omonimo Ospedale 
  di Santa Maria della Scala di Siena, che aveva per stemma una scala a tre 
  pioli sormontata da una croce. Il blasone originale si può ancora vedere lungo 
  via della Scala murato sul muro dell’ex-ospedale che oggi ospita l’Istituto 
  Penale per Minori Gian Paolo Meucci.
  Questo Spedale fu destinato al ricovero dei poveri d’ambo i sessi e degli "esposti", bambini illegittimi
  vittime di situazioni sociali illecite, gli orfani. 
  Ilegittimi oppressi dalla povertà della famiglie, venivano raccolti fin dall’Alto 
  Medioevo da istituzioni caritative nate per l’assistenza e la tutela dei 
  cosiddetti "fanciulli smarriti".
  
  Fu l’Arte della Seta di Por Santa Maria, una delle Arti Maggiori, che nel 1294 
  ebbe l’incarico dal Consiglio Generale dl Popolo fiorentino di tutelare i "trovatelli" 
  ospitati nell’Ospedale di San Gallo e successivamente nel 1351 quelli di Santa 
  Maria della Scala al cui interno 14 letti erano riservati ai fanciulli ed alle 
  balie. 
  
  La stessa Arte della Seta, nel 1419, decise di intraprendere, a sue spese e sotto 
  la propria esclusiva protezione e giurisdizione, la costruzione di un ospedale 
  nuovo dedicato solamente alla cura dei trovatelli incaricando un suo membro, 
  Filippo Brunelleschi, di tracciare il modello della "casa della Loggia", 
  utilizzando un ampio terreno acquistato da Rinaldo degli Albizzi al prezzo di 
  1700 fiorini d’oro di cui 1000 erano stati donati da Francesco Datini, celebre 
  mercante di Prato morto nel 1410, che li aveva donati all’Arte fissando nel 
  suo testamento i termini per l’acquisto del terreno.
L’antica strada deve il suo nome all’ex-ospedale di Santa 
  Maria della Scala, fondato nel 1313, all’angolo con l’attuale via degli 
  Orti Oricellari, da Cione di Lapo Pollini, un mercante di legname arrivato a 
  diventare console dell’Arte della Lana. Il terreno che sarebbe servito per costruire 
  un futuro orfanatrofio. 
 
 Il terreno era situato sulla piazza dei Servi (l’attuale piazza SS. Annunziata), 
  accanto alla chiesa di Santa Maria dei Servi. Nel 1531 il complesso ospedaliero 
  fu trasferito agli Innocenti.
Nel 1535-1536, soppresso l’istituto, la struttura fu adibita a convento affidato alle monache Camaldolesi di San Martino 
al Mugnone che avevano visto demolire la propria residenza durante l’assedio 
di Firenze nel 1529. 
Nei tempi successivi furono avviati dalle religiose vari e importanti lavori: 
l’ala più antica su via degli Orti Oricellari fu ampliata verso sud, il chiostro 
antico per buona parte ricostruito, costruiti ex novo gli edifici ad est compreso 
il refettorio e i dormitori. 
Soppresso e più volte (1785, 1808) e ripristinato, fu definitivamente acquisito 
dal demanio dello Stato nel 1866, con il conseguente allontanamento delle religiose. 
Dopo alcuni anni di diversa destinazione, dal 1873 il complesso divenne sede del 
Centro di Rieducazione dei Minorenni e del Tribunale dei Minorenni, oggi è sede 
dell’Istituto Penale per Minori Gian Paolo Meucci. 
Al complesso è annessa la chiesa di San Martino della Scala, posta sull’angolo tra Via della 
Scala e via degli Orti Oricellari. Per quanto riguarda il prospetto esterno l’
edificio si presenta come una estesa muraglia sulla quale si stagliano i pochi 
elementi superstiti della lunga storia del complesso qui sintetizzata, a partire 
da due scudi in pietra forte posti sul lato sinistro della facciata, uno dei quali 
con l’emblema dello spedale della Scala: una scala, appunto, con tre staggi, 
sormontata da una Croce. 
Il complesso conserva i chiostri originari e i resti della chiesa, con stucchi 
del Portogalli del 1698. La chiesa dell’ospedale era dotata di un portico del 
XIV secolo, con colonne parzialmente ancora visibili insieme ai resti della "pila" 
ove venivano lasciati i "gittatelli", i bambini abbandonati. 
Nel 1481 Sandro Botticelli dipinse per lo Spedale un affresco raffigurante l’"Annunciazione"ora 
staccata e conservata al Museo degli Uffizi.
Altri affreschi con Storie di san Bernardo degli Uberti vennero staccate e collocate 
nella villa di Vincigliata, a Fiesole.

Nel 1481 Sandro Botticelli dipinse, in una delle logge dello Spedale, un’Annunciazione 
ad affresco. Nel 1624 subì gravi danni per la trasformazione della loggia in atrio della chiesa, con il
 ritaglio della parte superiore in due lunette. Nel 1920 si decise di strapparlo, causando ulteriori danni sui confini 
della frattura che lo divideva in due parti, e di destinarlo al Museo degli Uffizi.
La scena è ambientata nell’abitazione di Maria, l’Angelo sta per atterrare nella loggia aperta verso 
il giardino e il paesaggio, mentre Maria sta inginocchiata nell’anticamera della stanza da letto: ella sospende la lettura delle Sacre Scritture e si piega con un gesto di umile accettazione.
Nel dipinto spicca la vigorosa apparizione dell’Angelo, che plana con abiti gonfi e il giglio, sua offerta alla purezza di
Maria, piegato dal vento dell’atterraggio. Si notano vari elementi tipici del tema dell’annunciazione: l’hortus conclusus (giardino recintato), simbolo di verginità, la camera da letto, simbolo di immacolata concezione, il libro, simbolo delle profezie che si avverano con l’accettazione della Vergine. 
Notevole è la cura dei dettagli, come la viva
decorazione a girali nei pilastri, o la resa materica dei veli setosi nella tenda e nelle lenzuola, oltre che nel XIV secolo, con colonne parzialmente ancora visibili insieme ai resti della "pila" 
ove venivano lasciati i "gittatelli", i bambini abbandonati. 
Nel 1481 Sandro Botticelli dipinse per lo Spedale un affresco raffigurante l’"Annunciazione"ora 
staccata e conservata al Museo degli Uffizi.
Altri affreschi con Storie di san Bernardo degli Uberti vennero staccate e collocate 
nella villa di Vincigliata, a Fiesole. 

