Tribunale per i Minorenni di Firenze
Affidamento
Come fare per - Civile - Affido
COSA E'
Quando un minore si trova nella condizione di vivere in un ambiente non idoneo,
può essere affidato a parenti, ad una famiglia diversa da quella naturale,
a una persona singola, a una comunità di tipo familiare, o ad una casa
famiglia. L'affidamento ha lo scopo di assicurare il mantenimento, l'educazione
e l'istruzione del minore per il tempo necessario a superare le difficoltà
della famiglia d'origine ed è perciò tendenzialmente temporaneo. Quando
è possibile, l'esito è il reinserimento del minore nella sua famiglia naturale.
CHI LO PUÒ RICHIEDERE
Familiari del minore, il Pubblico Ministero minorile. Non è richiesta
l'assistenza legale.
DOVE SI RICHIEDE
Cancelleria Civile
QUANTO COSTA
Esente dal contributo unificato, si paga una marca da bollo da 27 euro per diritti
di cancelleria.
FONTI LEGISLATIVE
Art. 4 - L. 184/1983 - Diritto del minore ad una famiglia
- L'affidamento familiare è disposto dal servizio sociale locale,
previo consenso manifestato dai genitori o dal genitore esercente la responsabilità
genitoriale, ovvero dal tutore, sentito il minore che ha compiuto gli anni
dodici e anche il minore di età inferiore, in considerazione della
sua capacità di discernimento. Il giudice tutelare del luogo ove si
trova il minore rende esecutivo il provvedimento con decreto.
- Ove manchi l'assenso dei genitori esercenti la responsabilità
genitoriale o del tutore, provvede il tribunale per i minorenni. Si applicano
gli articoli 330 e seguenti del codice civile.
- Nel provvedimento di affidamento familiare devono essere indicate specificatamente
le motivazioni di esso, nonché i tempi e i modi dell'esercizio dei
poteri riconosciuti all'affidatario, e le modalità attraverso le quali
i genitori e gli altri componenti il nucleo familiare possono mantenere i
rapporti con il minore. Deve altresì essere indicato il servizio sociale
locale cui è attribuita la responsabilità del programma di assistenza,
nonché la vigilanza durante l'affidamento con l'obbligo di tenere costantemente
informati il giudice tutelare o il tribunale per i minorenni, a seconda che
si tratti di provvedimento emesso ai sensi dei commi 1 o 2.
Il servizio sociale locale cui è attribuita la responsabilità del programma di assistenza, nonché la vigilanza durante l'affidamento, deve riferire senza indugio al giudice tutelare o al tribunale per i minorenni del luogo in cui il minore si trova, a seconda che si tratti di provvedimento emesso ai sensi dei commi 1 o 2, ogni evento di particolare rilevanza ed è tenuto a presentare una relazione semestrale sull'andamento del programma di assistenza, sulla sua presumibile ulteriore durata e sull'evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza.
- Nel provvedimento di cui al comma 3, deve inoltre essere indicato il periodo
di presumibile durata dell'affidamento che deve essere rapportabile al complesso
di interventi volti al recupero della famiglia d'origine. Tale periodo non
può superare la durata di ventiquattro mesi ed è prorogabile, dal Tribunale
per i minorenni, qualora la sospensione dell'affidamento rechi pregiudizio
al minore.
- L'affidamento familiare cessa con provvedimento della stessa autorità
che lo ha disposto, valutato l'interesse del minore, quando sia venuta
meno la situazione di difficoltà temporanea della famiglia d'origine
che lo ha determinato, ovvero nel caso in cui la prosecuzione di esso rechi
pregiudizio al minore.
5-bis. - Qualora, durante un prolungato periodo di affidamento, il minore sia dichiarato adottabile ai sensi delle disposizioni del capo II del titolo II e qualora, sussistendo i requisiti previsti dall'articolo 6, la famiglia affidataria chieda di poterlo adottare, il tribunale per i minorenni, nel decidere sull'adozione, tiene conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi tra il minore e la famiglia affidataria.
5-ter. - Qualora, a seguito di un periodo di affidamento, il minore faccia ritorno nella famiglia di origine o sia dato in affidamento ad altra famiglia o sia adottato da altra famiglia, è comunque tutelata, se rispondente all'interesse del minore, la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l'affidamento.
5-quater. - Il giudice, ai fini delle decisioni di cui ai commi 5-bis e 5-ter, tiene conto anche delle valutazioni documentate dei servizi sociali, ascoltato il minore che ha compiuto gli anni dodici o anche di età inferiore se capace di discernimento.
- Il giudice tutelare, trascorso il periodo di durata previsto, ovvero intervenute
le circostanze di cui al comma 5, sentiti il servizio sociale locale interessato
ed il minore che ha compiuto gli anni dodici e anche il minore di età
inferiore, in considerazione della sua capacità di discernimento, richiede,
se necessario, al competente tribunale per i minorenni l'adozione di ulteriori
provvedimenti nell'interesse del minore.
- Le disposizioni del presente articolo si applicano, in quanto compatibili,
anche nel caso di minori inseriti presso una comunità di tipo familiare
o un istituto di assistenza pubblico o privato.